L’Italia è una nazione stanca, tradita, abbandonata. Ogni giorno che passa il peso della sopravvivenza si fa più insopportabile per milioni di persone. Non si parla più di vivere, ma di resistere: alle bollette, agli affitti, alla disoccupazione, alla burocrazia cieca, all’indifferenza totale di chi dovrebbe proteggerci.
Il governo celebra se stesso tra bandiere e slogan, come se fosse in campagna elettorale perenne. Ma la realtà è un Paese in declino, dove chi lavora non riesce a vivere, e chi non lavora viene umiliato. Le promesse sono carta straccia, i provvedimenti servono solo ai soliti noti: banche, multinazionali, amici degli amici, palazzinari, venditori di fumo.
Ogni servizio pubblico viene spolpato: la scuola pubblica cade a pezzi, la sanità è diventata un privilegio per chi può pagare, la giustizia lenta e spesso manipolata. I fondi pubblici finiscono in consulenze, armi, sprechi, progetti inutili. Nessuna visione per il futuro, nessun investimento vero sul lavoro, sulla ricerca, sull’ambiente, sulla dignità.
Chi denuncia viene etichettato come “anti-italiano”, chi protesta viene insultato, chi chiede giustizia viene ignorato. Intanto i diritti si restringono, la libertà si svuota, e ogni giorno un nuovo decreto ci toglie un pezzo di cittadinanza.
Siamo diventati il Paese dove tutto è colpa dei poveri, degli stranieri, dei fragili. Un Paese che si rifugia nell’odio per non guardarsi allo specchio. Ma lo specchio non mente: quello che vediamo è un sistema marcio, governato da chi vive nell’impunità e nel privilegio, mentre milioni affondano nel silenzio.
Ci hanno tolto la speranza, e senza speranza nessuna democrazia può sopravvivere. Ma prima che sia troppo tardi, dobbiamo trovare la forza di rialzarci. Perché un popolo senza voce è un popolo destinato a essere comandato da chi non lo ama.
France - Bretagne 🇫🇷
Difficile sarà raggiungere il quorum, non prendiamoci in giro, il governo è a capo di una campagna propagandistica naturalmente deviata. Nei loro post e nelle loro frasette populiste citano esclusivamente il quesito relativo alla cittadinanza, stupidi poi, un paese di vecchi com'è il nostro, con il suo sistema pensionistico ha necessità di lavoratori che sostengano (tra le altre cose) il peso contributivo, e invece spingono le nascite ma non la cittadinanza, dura natura la xenofobia. Non illudiamoci, gli elettori preferiscono la Meloni e la Meloni sa benissimo quali corde toccare, con tutta Babilonia che la emula al seguito. Ciononostante, quella gioia, quella frenesia mirabolante che le cose giuste diffondono nel mio animo, sono per me tutta l'intera vita e quindi continuerò a parlarne, a parlarne a tutti, a tutte, anche a chi risponde che quelli sono giorni di mare e del referendum se ne infischia. Godete del mare se pensate sia giusto, io al contrario godrò dei giorni di rivoluzione, dei giorni di diritti, di giustizia, dei giorni di democrazia e se pure dovessimo essere in pochi, come temo sarà, saremo quei pochi che sono sì pochi ma anche irrimediabilmente giusti e la giustizia ho scoperto, è come la gioia pura dell'amore e dell'infanzia ed è da queste emozioni che io dipendo ossessivamente, ostinatamente, orgogliosamente.
Quindi si, andrò a votare e chiederò a tutti di aiutarci.
Il referendum è un atto di alta democrazia. Silenziarlo è un atto di repressione... a cui dobbiamo rispondere.... ANDIAMO A VOTARE ...VOTIAMO 5 SI. L' 8-9 GIUGNO...VI ASPETTIAMO.
L'oscuramento dei referendum: una nota dei prefetti richiama le amministrazioni pubbliche a tacere sui referendum. Mentre l'opposizione della Cisl ha impedito che se ne parlasse al concertone del primo maggio. Eppure vi sono rilevazioni statistiche che indicano una crescita della propensione al voto.
Da Domani del 3 maggio 2025.
Vedo pubi depilati, manco le gambe di Lance Armstrong.
Ma dovete fare la Liegi-Bastogne-Liegi pedalando con la figa?
L’8 e il 9 giugno 2025 si terrà in Italia un referendum cruciale, promosso dalla CGIL, che mira a rafforzare i diritti sul lavoro, contrastare la precarietà e limitare i licenziamenti facili. Un altro punto fondamentale è l’ampliamento della cittadinanza italiana a chi risiede stabilmente nel nostro Paese, un provvedimento necessario e lungimirante, dato il drammatico calo demografico e la necessità di garantire un futuro economico sostenibile.
Tuttavia, il governo attuale, a trazione neofascista, sembra fare di tutto per oscurare questo referendum, evitando il dibattito pubblico e – secondo indiscrezioni gravi – diffondendo una circolare interna che vieta la pubblicizzazione del voto, in pieno stile autoritario.
Chi può essere contrario a un referendum che difende i lavoratori, aiuta le famiglie e apre le porte dell’inclusione e della giustizia sociale? Solo un potere autoritario e regressivo, interessato a mantenere lo status quo di sfruttamento, diseguaglianza e paura.
Questo non è solo un attacco ai sindacati o ai migranti: è un attacco a tutti noi. A chi lavora, a chi cerca stabilità, a chi sogna un futuro più giusto.
Non possiamo accettare un governo che combatte la verità, il progresso e la dignità umana. Non possiamo più restare in silenzio mentre si tenta di trasformare la nostra democrazia in un teatro dell'oppressione.
Difendiamo il referendum. Difendiamo il lavoro. Difendiamo la Costituzione.