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L’Italia è una nazione stanca, tradita, abbandonata. Ogni giorno che passa il peso della sopravvivenza si fa più insopportabile per milioni di persone. Non si parla più di vivere, ma di resistere: alle bollette, agli affitti, alla disoccupazione, alla burocrazia cieca, all’indifferenza totale di chi dovrebbe proteggerci.
Il governo celebra se stesso tra bandiere e slogan, come se fosse in campagna elettorale perenne. Ma la realtà è un Paese in declino, dove chi lavora non riesce a vivere, e chi non lavora viene umiliato. Le promesse sono carta straccia, i provvedimenti servono solo ai soliti noti: banche, multinazionali, amici degli amici, palazzinari, venditori di fumo.
Ogni servizio pubblico viene spolpato: la scuola pubblica cade a pezzi, la sanità è diventata un privilegio per chi può pagare, la giustizia lenta e spesso manipolata. I fondi pubblici finiscono in consulenze, armi, sprechi, progetti inutili. Nessuna visione per il futuro, nessun investimento vero sul lavoro, sulla ricerca, sull’ambiente, sulla dignità.
Chi denuncia viene etichettato come “anti-italiano”, chi protesta viene insultato, chi chiede giustizia viene ignorato. Intanto i diritti si restringono, la libertà si svuota, e ogni giorno un nuovo decreto ci toglie un pezzo di cittadinanza.
Siamo diventati il Paese dove tutto è colpa dei poveri, degli stranieri, dei fragili. Un Paese che si rifugia nell’odio per non guardarsi allo specchio. Ma lo specchio non mente: quello che vediamo è un sistema marcio, governato da chi vive nell’impunità e nel privilegio, mentre milioni affondano nel silenzio.
Ci hanno tolto la speranza, e senza speranza nessuna democrazia può sopravvivere. Ma prima che sia troppo tardi, dobbiamo trovare la forza di rialzarci. Perché un popolo senza voce è un popolo destinato a essere comandato da chi non lo ama.
L'alpino che canta faccetta nera è l'alter ego del leghista meridionale che inneggia e vota salvini, che i meridionali li odiava e dileggiava, finché non ha avuto bisogno del loro voto.
L'alpino che canta faccetta nera dimentica o non sa chi abbia mandato l'Armir a farsi massacrare del freddo e dai Sovietici in Russia, durante la 2a guerra mondiale.
Novantamila alpini morti o dispersi, oltre a Trentacinquemila tra feriti e congelati, mandati dal Pelato Penzolante a farsi ammazzare per compiacere l'alleato coi baffetti, male armati e con gli stivali di cartone.
L'alpino che canta faccetta nera è esattamente come il trAmpista razzista e nazista MAGA che non sa o non vuole sapere che durante la 2a guerra mondiale quasi Trecentomila soldati USA sono morti e Seicentosettantamila sono stati feriti dai nazisti e dai loro alleati in Europa.
STRADA PER STRADA
CASA PER CASA
Difficile sarà raggiungere il quorum, non prendiamoci in giro, il governo è a capo di una campagna propagandistica naturalmente deviata. Nei loro post e nelle loro frasette populiste citano esclusivamente il quesito relativo alla cittadinanza, stupidi poi, un paese di vecchi com'è il nostro, con il suo sistema pensionistico ha necessità di lavoratori che sostengano (tra le altre cose) il peso contributivo, e invece spingono le nascite ma non la cittadinanza, dura natura la xenofobia. Non illudiamoci, gli elettori preferiscono la Meloni e la Meloni sa benissimo quali corde toccare, con tutta Babilonia che la emula al seguito. Ciononostante, quella gioia, quella frenesia mirabolante che le cose giuste diffondono nel mio animo, sono per me tutta l'intera vita e quindi continuerò a parlarne, a parlarne a tutti, a tutte, anche a chi risponde che quelli sono giorni di mare e del referendum se ne infischia. Godete del mare se pensate sia giusto, io al contrario godrò dei giorni di rivoluzione, dei giorni di diritti, di giustizia, dei giorni di democrazia e se pure dovessimo essere in pochi, come temo sarà, saremo quei pochi che sono sì pochi ma anche irrimediabilmente giusti e la giustizia ho scoperto, è come la gioia pura dell'amore e dell'infanzia ed è da queste emozioni che io dipendo ossessivamente, ostinatamente, orgogliosamente.
Quindi si, andrò a votare e chiederò a tutti di aiutarci.
Non può essere l'ultimo giorno di Gaza, ma, col nostro silenzio, stiamo rischiando che lo sia!
#ultimogiornodigaza #gazalastday
🤣
Rebloggate, dobbiamo stanarlo.
Il referendum è un atto di alta democrazia. Silenziarlo è un atto di repressione... a cui dobbiamo rispondere.... ANDIAMO A VOTARE ...VOTIAMO 5 SI. L' 8-9 GIUGNO...VI ASPETTIAMO.
L'oscuramento dei referendum: una nota dei prefetti richiama le amministrazioni pubbliche a tacere sui referendum. Mentre l'opposizione della Cisl ha impedito che se ne parlasse al concertone del primo maggio. Eppure vi sono rilevazioni statistiche che indicano una crescita della propensione al voto.
Da Domani del 3 maggio 2025.
L’8 e il 9 giugno 2025 si terrà in Italia un referendum cruciale, promosso dalla CGIL, che mira a rafforzare i diritti sul lavoro, contrastare la precarietà e limitare i licenziamenti facili. Un altro punto fondamentale è l’ampliamento della cittadinanza italiana a chi risiede stabilmente nel nostro Paese, un provvedimento necessario e lungimirante, dato il drammatico calo demografico e la necessità di garantire un futuro economico sostenibile.
Tuttavia, il governo attuale, a trazione neofascista, sembra fare di tutto per oscurare questo referendum, evitando il dibattito pubblico e – secondo indiscrezioni gravi – diffondendo una circolare interna che vieta la pubblicizzazione del voto, in pieno stile autoritario.
Chi può essere contrario a un referendum che difende i lavoratori, aiuta le famiglie e apre le porte dell’inclusione e della giustizia sociale? Solo un potere autoritario e regressivo, interessato a mantenere lo status quo di sfruttamento, diseguaglianza e paura.
Questo non è solo un attacco ai sindacati o ai migranti: è un attacco a tutti noi. A chi lavora, a chi cerca stabilità, a chi sogna un futuro più giusto.
Non possiamo accettare un governo che combatte la verità, il progresso e la dignità umana. Non possiamo più restare in silenzio mentre si tenta di trasformare la nostra democrazia in un teatro dell'oppressione.
Difendiamo il referendum. Difendiamo il lavoro. Difendiamo la Costituzione.
Il fascismo non si presenta sempre con uniformi nere e parate militari. A volte arriva sotto forma di leggi "per la sicurezza", di propaganda che divide, di parole d’odio che diventano normalità.
Arriva quando si criminalizzano i poveri, si attaccano i diritti delle minoranze, si mette a tacere chi dissente, si riscrive la storia per rendere accettabile l’ingiustizia.
È in quei momenti che bisogna scegliere da che parte stare.
Perché il fascismo non ha bisogno di consenso totale: gli basta l’indifferenza della maggioranza.
Invito tutti alla lettura E ALLA CONDIVISIONE.
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“La Resistenza non fu un fenomeno militare, come erroneamente si crede.
Fu un movimento politico, democratico e civile straordinario.
Una presa di coscienza politica che riguardò anche le donne.”
- Lidia Menapace
🤭😁🤣😂
Tutti gli eventi previsti per il 25 aprile 2025, in tutta Italia dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, che nel 2021 raccoglieva 134.000 iscritti e oggi più di 160.000 ⛓️💥🇮🇹🤍
REMINDER:
8 e 9 giugno 2025, #Referendum su lavoro e cittadinanza. Informati e informa altre persone
25 aprile...."I ragazzi delle scuole imparano chi fu Muzio Scevola o Orazio Coclite, ma non sanno chi furono i fratelli Cervi. Non sanno chi fu quel giovanetto della Lunigiana che, crocifisso ad una pianta perché non voleva rivelare i nomi dei compagni, rispose: «Li conoscerete quando verranno a vendicarmi», e altro non disse. Non sanno chi fu quel vecchio contadino che, vedendo dal suo campo i tedeschi che si preparavano a fucilare un gruppo di giovani partigiani trovati nascosti in un fienile, lasciò la sua vanga tra le zolle e si fece avanti dicendo: «Sono io che li ho nascosti (e non era vero), fucilate me che sono vecchio e lasciate la vita a questi ragazzi». Non sanno come si chiama colui che, imprigionato, temendo di non resistere alle torture, si tagliò con una lametta da rasoio le corde vocali per non parlare. E non parlò. Non sanno come si chiama quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!». Tutto questo i ragazzi non lo sanno: o forse imparano, su ignobili testi di storia messi in giro da vecchi arnesi tornati in cattedra, esaltazione del fascismo ed oltraggi alla Resistenza''.
Piero Calamandrei
Aprile mese di liberazione